Mal di stomaco ricorrente, test negativi, nessuna soluzione chiara? Non sei solo: oltre il 30% degli italiani soffre di disturbi gastrici cronici, spesso senza una causa evidente.
(Fonte: Ministero della Salute, Fondazione AIRC, SIF)
Magari è iniziato tutto con un senso di pesantezza dopo i pasti. Poi il gonfiore, le fitte improvvise, il nodo alla bocca dello stomaco. Hai escluso cibi, cambiato orari, preso farmaci, fatto esami. Ma il mal di stomaco continua a tornare.
E la domanda diventa inevitabile: perché non passa?
La verità è che in molti casi il problema non è l’apparato digerente in sé, ma qualcosa che lo comprime, lo blocca, lo condiziona. Stiamo parlando del diaframma.
Il diaframma: quel muscolo dimenticato che può creare il mal di stomaco
Il diaframma è il muscolo respiratorio principale del nostro corpo. Si trova proprio sopra lo stomaco, tra torace e addome. Quando è contratto, rigido o bloccato, può interferire con la digestione, la postura e perfino con l’equilibrio del sistema nervoso autonomo.
La tensione cronica del diaframma può generare:
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- senso di peso epigastrico
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- reflusso gastroesofageo
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- digestione lenta
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- fame d’aria
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- ansia somatizzata nella pancia
Eppure pochissimi specialisti considerano questo muscolo come parte integrante della soluzione. Il mal di stomaco, in questi casi, non nasce da un pasto sbagliato, ma da un sistema corporeo che ha perso fluidità, respiro e coordinazione.
Mal di stomaco e postura: un legame ancora ignorato
La postura influisce direttamente sul modo in cui respiriamo e, di conseguenza, sulla funzionalità del diaframma. Se il tuo assetto corporeo è rigido, chiuso o in disequilibrio, anche lo stomaco può risentirne. Il mal di stomaco posturale esiste, e spesso viene confuso con gastriti o intolleranze inesistenti.
Un diaframma bloccato può esercitare una pressione costante sull’apparato digerente, alterando la motilità intestinale e favorendo il mal di stomaco dopo i pasti.
È un circolo vizioso:
respiro corto → tensione addominale → peggioramento digestivo.
Quello che la scienza ci dice (e pochi applicano)
“Un diaframma disfunzionale può influire negativamente sulla funzione gastrointestinale e sulla respirazione, contribuendo a sintomi come gonfiore e disagio addominale.”
(Kolar P. et al., Journal of Bodywork and Movement Therapies, 2012)
“La rieducazione respiratoria focalizzata sul diaframma migliora significativamente i sintomi nei pazienti con disturbi funzionali gastrointestinali.”
(Chaitow L., 2004; confermato da studi clinici su pazienti con dispepsia funzionale)
Tradotto: il diaframma gioca un ruolo chiave, ma spesso viene ignorato. Eppure, potrebbe essere il punto di svolta per chi soffre di mal di stomaco cronico e ha già provato tutto.
E l’attività fisica cosa c’entra?
Tutto.
Quando è impostata nel modo corretto, l’attività fisica è lo strumento più efficace per sbloccare il diaframma, restituire mobilità alla colonna, stimolare il transito intestinale e riequilibrare il sistema nervoso.
Muoversi bene significa:
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- migliorare la respirazione profonda
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- ridurre la pressione addominale
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- normalizzare la tensione viscerale
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- ridurre l’ansia che si riflette nello stomaco
Il mal di stomaco da stress, ad esempio, non si cura con i fermenti lattici. Si cura imparando a respirare e muoversi meglio. E no: non basta camminare o fare stretching su YouTube. Serve un metodo guidato, costruito intorno al tuo corpo.
Mal di stomaco cronico: non è solo una questione di cibo
Se il tuo stomaco continua a protestare nonostante le cure e le diete, forse è il momento di guardare oltre. Di smettere di inseguire solo la causa digestiva e iniziare a lavorare su come il tuo corpo – tutto intero – funziona davvero.
Il mal di stomaco funzionale – quello che nessun esame spiega – è spesso una somma di tensioni: fisiche, emotive, respiratorie. E per uscire da questo schema serve un approccio integrato, non l’ennesima dieta di esclusione.
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